Il confine liquido: rapporti letterari e interculturali tra Italia e Albania, curato da Emma Bond (Lecturer in Italian and Comparative Literature al St. Andrews, nonché attenta osservatrice della narrazione migrante) e Daniele Comberiati (Université Libri de Bruxelles, autore di diversi saggi su migrazione e letteratura) è il primo vero tentativo di spiegare, illustrare e sviscerare i rapporti culturali tra i due Paesi.
Confermata ormai come uno degli aspetti più interessanti della nuova letteratura, la narrazione dei (o per i) migranti ha prodotto conferenze, dibattiti, ricerche e anche mistificazioni che, ahimè, spesso si soffermano esclusivamente sulla forma rinunciando a scavare nella sostanza.
Mancava, quindi, sia una ricerca organica sia un lavoro strutturato sul rapporto letterario tra le due sponde. Vuoto che Confini Liquidi – uscito per “Besa”, da sempre attenta a questa realtà – riempie tracciando un percorso che parte da lontano per concludersi ai giorni nostri. Tanti gli interventi, a cominciare dagli stessi Bond-Comberiati che leggono la letteratura in chiave post-coloniale. Segue quindi un lavoro meticoloso di Francesca Spinelli, traduttrice italiana di Kadare che finalmente fa chiarezza nel tormentato e misterioso percorso albanese-francese-italiano che ha accompagnato i lavori del grande scrittore. Un capitolo a sè merita anche Carmine Abate , precursore della letteratura migrante, in questo caso arbëresh, o l’amica Serena Luciani che costruisce il rapporto tra Albania e Italia nell’immediato crollo della dittatura.
La seconda parte del volume analizza invece i lavori degli autori albanese più noti all’estero: Gëzim Hajdari, Elvira Dones, Anilda Ibrahimi, Ornela Vorpsi e Leonard Gauci, che vengono tutti spiegati partendo anche dalle loro storie personali di migrazione, e questo è fondamentale per comprenderne meglio anche il lavoro come scrittori.
Uno dei meriti di questo libro è proprio quello di inserire tali scritti in un contesto politico e sociale ben definito, con la letteratura a fare da “apriscatole” per poi giungere a parlare di Albania, migrazione, storia. Speriamo sia solo il primo.