Breve diario di frontiera

di Gazmend Kapllani

Breve diario di frontiera

Durante il suo tour in Europa, Kapllani si è fermato in Francia, Italia ed Albania. Dopo aver vinto il Premio letterario internazionale Città di Cassino , Kapllani ha partecipato al primo ciclo letterario “Autunno d’autore” organizzato dall’associazione Scanderbeg Parma presentando il suo ultimo libro “Breve diario di frontiera” edito da Del Vecchio Editore.

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Presentazione del libro

In questo “diario minimo” Gazmend Kapllani ci restituisce tutta la sofferenza degli albanesi che hanno attraversato il confine con la Grecia negli anni Novanta.

Con mano leggera lascia che ci scorra sotto gli occhi la surreale volontà di dare un senso all’abbandono della terra natia, che in questo specifico caso è la fuga, il passaggio attraverso la cortina di ferro.

In ogni capitolo, il doppio punto di vista – di chi è in Albania e di chi, esule, se ne allontana – mette in evidenza con sarcasmo, e senza fare sconti, la kafkiana condizione dell’Albania sotto il regime comunista: spie che controllano i programmi televisivi dei vicini, statue monumentali di Enver Hoxha, un dittatore troppo dittatore anche per i dittatori, e i bunker sulla spiaggia pronti per resistere a nemici che però non si presentano mai.

Accurate, asciutte, intrise di humour nero, le descrizioni dell’assurdità e della rivolta alla tirannia compongono un quadro ironico e partecipe della condizione dell’esule, in cui il particolare dialoga con l’insieme e si fa narrazione universale, come in un dipinto di Bruegel.

La “sindrome delle frontiere” inizia con l’abbandono del Paese e si sviluppa nella “nevrosi del successo”, un successo che conferisce il diritto a restare nella nuova terra, per giungere a un’amara riflessione sui migranti di seconda generazione, condannati ad amare e odiare contemporaneamente il loro Paese.

Dettagli

Autore:
Genere: Narrativa
Editore: Del Vecchio Editore
Anno di pubblicazione: 2015
ASIN: 8861101445
ISBN: 9788861101449
Prezzo €: 15,00
Prezzo eBook €: 7,99
Recensioni
Darina Zeqiri
Il lavoro dell’intellettuale è più impegnativo di quanto si pensi. Poiché l’intellettuale ha l’obbligo non solo di argomentare il suo pensiero ma anche di renderlo comprensibile a tutti senza offendere nessuno; il suo lavoro si fortifica anche con le offese che spesso gli giungono e dalle quali deve trovare la forza per andare avanti per la sua strada, per la sua missione di far parte in quella forza chiamata “comunicazione” che influenza il pubblico.
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