Risale al 2020 l’ultima pubblicazione italiana di Diana Çuli. Il rinvenimento di un cadavere nel Palazzo del governo di Tirana è il fulcro di tutto il racconto. L’uomo trovato morto è il Segretario generale del Consiglio dei Ministri, assistente diretto della nuova premier.
Le cause della sua dipartita non sono molto chiare e per questo la Primo Ministro decide di fare luce sull’accaduto. Affida le indagini a Beti Duka, che diventa un inquirente in totale segretezza. La donna, dopo aver ricevuto una copertura governativa e in qualità di Consigliera della Cultura, viaggia per i Balcani, in compagnia di un nutrito gruppo di colleghi, tutti possibili sospettati.
Beti è sostenuta da suo fratello Genti e fa i conti tra un difficile presente e un passato opprimente legato alla sua famiglia. Un’impronta diversa quella lasciata da Diana Çuli in questo Assassinio nel palazzo del governo, un thriller tutto al femminile, ambientato principalmente in Albania, ma che presenta i Balcani in tutta la loro bellezza.
Beti Duka, un personaggio energico e di grande empatia, è impegnata nella gestione del progetto albanese inserito in uno più grande dell’UNESCO, riguardante proprio i Balcani. La donna conduce l’indagine affidatale dalla Primo Ministro, ma anche un’altra, personale e molto sofferta: i suoi genitori sono scomparsi durante la dittatura di Hoxha e non se n’è saputo più nulla.
Diana, con grande abilità, intreccia le vicende lavorative e personali dei protagonisti con quelle della Storia albanese, affrontando, con cognizione di causa, lo scottante tema dell’influenza dittatoriale e degli strascichi lasciati nella vita della Nazione e nell’Anima degli albanesi. Un romanzo in cui emerge tutto lo spessore della scrittura dell’autrice, che racconta di fatti tragici, alleggerendo la narrazione con bellissime descrizioni paesaggistiche dei luoghi balcanici.
Uno stile più morbido incornicia questa storia, dove ancora una volta Diana racconta di un’Albania energicamente concentrata sulla propria evoluzione, in un equilibrio precario tra lo sguardo proiettato verso il futuro e quel sottile ma indelebile filo, che la lega profondamente al passato.
/ Anna Lattanzi